La nostra storia


1978


Cittadinanzattiva nasce
 con il nome di Movimento federativo democratico nel 1978 dall’iniziativa comune di una trentina di gruppi di giovani cattolici, d’ispirazione democratica, desiderosi di sperimentare nuove forme di azione politica per il cittadino, “alle radici dell’erba” della società italiana, in polemica ma non in alternativa rispetto alle forme tradizionali della politica. Il Movimento è da subito laico e aperto a tutti.

1980-1989


Nel decennio 1980-1989, il Movimento vive la sua fase di fondazione, in particolare con l’ideazione e promozione di iniziative di “democrazia diretta”, volte a coinvolgere i cittadini quali attori per la tutela dei propri diritti nei campi della vita pubblica come la salute (con il Tribunale per i diritti del malato), la protezione civile, i servizi pubblici e i servizi per le donne, l’ordine pubblico e la questione giovanile. In un decennio dove domina la partitocrazia, la posizione del Movimento, che lavora per non costituire un partito e praticare l’autonoma iniziativa politica dei cittadini senza presentarsi alle elezioni, è decisamente un elemento di rottura e a molti appare ingenua o velleitaria.

1989-1998


Nel decennio 1989-1998, il Movimento vive la sua fase di consolidamento e legittimazione. La sua presenza nella società italiana è ormai riconosciuta e influente, anche in forza della crisi della partitocrazia e del tramonto delle tradizionali culture politiche. A questo periodo risalgono interventi decisivi nel campo della riforma della sanità (articolo 14 sui diritti dei cittadini), delle autonomie locali (inserimento del difensore civico e di istituti di partecipazione negli statuti comunali e provinciali), dei servizi pubblici (norme sulla partecipazione dei cittadini nella direttiva Ciampi-Cassese sulle carte dei servizi).

Il Movimento è presente durante la crisi istituzionale che investe la vita pubblica, facendo emergere i danni che la questione morale ha provocato ai diritti dei cittadini; sostiene inoltre con i referendum elettorali e iniziative come “Parte civile” con Fuci e Legambiente, l’idea di una democrazia in cui i cittadini, come elettori e soggetti attivi nelle politiche pubbliche, contano di più. È di questo periodo l’esperimento di costruzione di una “rappresentanza civica”: tutti i cittadini interessati sono invitati ad eleggere i propri rappresentanti nei congressi del Movimento (saranno 300.000 a farlo nel 1992); viene inoltre sperimentata una rete permanente di monitoraggio sullo stato dei diritti dei cittadini in tutto il territorio (il grande rapporto sui diritti nella sanità, a cui partecipano attivamente circa 10.000 persone, è del 1991). La crisi della finanza pubblica (1992-93), all’epoca unica fonte di finanziamento, mette in seria difficoltà il Movimento e ne rallenta le attività per diversi anni.

In questo periodo il Movimento cambia il termine che connota la sua natura, da “politico” a “civico”: non si mette in discussione l’identità, ma si marca la differenza da una politica ufficiale percepita come sempre più distante dall’azione dei cittadini.

1998


Quella che si apre attorno al 1998 
può essere considerata la fase della maturità, nella quale il Movimento potenzia le proprie attività, sia estendendo i suoi campi di azione ai servizi di interesse generale, ai diritti dei consumatori, alla giustizia, alla scuola, sia sperimentando forme più sistematiche di tutela, come i servizi Pit. Ma è anche il periodo in cui si prende atto di un pericoloso squilibrio tra le responsabilità che il Movimento porta e le risorse umane in esso coinvolte.

Viene così elaborata e realizzata, tra non poche difficoltà, la riforma che porterà alla costituzione delle Assemblee territoriali della cittadinanza attiva, all’elezione di nuovi congressi regionali e nazionale e alla raccolta di circa 50.000 adesioni complessive al Movimento. Una più forte dimensione territoriale si affianca così al tradizionale approccio “a rete” del Movimento. Attività come quelle che riguardano il Sud Europa, la cittadinanza d’impresa o la qualità del servizio giustizia, che arrivano a maturazione in questo periodo, rendono l’idea di un Movimento che, nel mondo della cittadinanza attiva, ha soprattutto il carisma dell’innovazione.

2000

Nel giugno 2000 viene celebrato a Chianciano il Congresso nazionale che sancisce la nuova struttura del Movimento e decide il mutamento del nome in “Cittadinanzattiva”. È sempre di quest’anno la redazione del Manifesto sulla cittadinanza d’impresa a cui hanno aderito un gruppo di imprese partner, entrate poi nel “Gruppo di Frascati per la Rsi”. Tra le iniziative più importanti realizzate vi è la presentazione italiana del Global compact proposto da Kofi Annan, la realizzazione di seminari internazionali annuali, il coinvolgimento delle imprese in programmi di responsabilità sociale (come Unicredit sull’analisi civica e la modifica dei contratti bancari o Pfizer, alla luce dello scandalo verificatosi in alcune regioni nel 2003, nella revisione del rapporto informatori farmaceutici/medici).